Vita comune con Cutrofiano
Collepasso frazione di Cutrofiano: prime difficoltà e rivendicazioni
Al partire dal 1809 ed in maniera definitiva con la rettifica della catasto del 1817, il territori di Collepasso venne accorpato a quello di Cutrofiano.
Pertanto, il nuovo insediamento, che successivamente a tale data andò costituendosi intorno all'antico castello e ad alcune masserie ad esso limitrofe per iniziativa della baronessa Contarini del conte Alberti, fu soggetto per circa un secolo alla giurisdizione giudiziaria ed amministrativa del Comune di Cutrofiano, in qualità di frazione.
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Il tratto di strada percorso insieme delle delle due Comunità lungo il cammino della storia non fu, però, scevro da gelosie e da incomprensioni. Spesso, anzi, prevalsero le visioni campanilistiche che alimentarono sospetti reciproci e persino aspre rivalità, condizionando inevitabilmente il processo di crescita del centro più piccolo e più debole che, talvolta, subì dannosi rallentamenti e penalizzazioni sul piano dello sviluppo sociale e strutturale.
In realtà, già agli esordi di quest'esperienza di Collepasso come frazione di Cutrofiano, si registrano alcuni provvedimenti amministrativi restrittivi, varati dal Decurionato di Cutrofiano, che rivelano la scarsa sensibilità e disponibilità dell'Amministrazione municipale dell'epoca a compiere scelte amministrative finalizzate al sostegno e alla promozione del nuovo insediamento che di andava sviluppando in Collepasso.
Del tutto ingiustificata sotto il profilo finanziario appare, infatti, la proposta di sopprimere la spesa prevista per il sacerdote che assisteva spiritualmente gli abitanti della Frazione, avanzata dai decurioni di Cutrofiano nel 1830.
Vicende amministrative dopo l'Unità d'Italia
Nel 1861, anno della proclamazione del nuovo Regno d'Italia, alla borgata Collepasso andò il riconoscimento più significativo che come frazione, per giunta così giovane, poteva attendersi, cioè la scelta di uno dei suoi cittadini più rappresentativi per la carica di sindaco del comune di Cutrofiano. Essendo, all'epoca, tale carica di nomina regia, il generale Cialdini, luogotenente del Re per le provincie napoletane, con proprio decreto emesso a Napoli il 30 luglio 1861, nominò il collepassese Enrico del Gado "Sindaco del Comune di Cutrofiano del distretto di Lecce in provincia di Terra d'Otranto". Ma Enrico del Gado non dimostrò di gradire tale nomina, tant'è che il 20 agosto presentò formale rinuncia al Governatore, che lo aveva convocato per "il giuramento di fedeltà a S.M. il Re, ai sensi dell'art 97 della legge del 2 Ottobre 1859".
Il rifiuto del galantuomo quelle collepassese creava notevoli difficoltà ed evidente imbarazzo agli organi governativi periferici perchè bloccava la costituzione dell'Amministrazione Comunale, rallentando il processo di rinnovamento istituzionale che il nuovo Regno intendeva avviare nel Meridione, con grave pregiudizio per l'immagine e l'efficienza del proprio apparato burocratico. Tale preoccupazione traspare abbastanza chiaramente dalla lettera che il Governatore indirizzo ad Enrico del Gado in data 4 settembre 1861 nel tentativo di convincerlo a recedere della dalla sua decisione.
Nella lettera del Governatore si accenna a dei "richiami" manifestati della gentiluomo collepassese. Potrebbe trattarsi di garanzie specifiche richieste da Enrico del Gado alle superiori autorità politico-amministrative prima di accettare la nomina a sindaco o,per lo meno, di assicurazioni ad esse sollecitate, ma non è possibile individuare le ragioni precise che determinarono tale rinuncia. Al suo posto fu, poi, nominato sindaco di Cutrofiano il signor Luigi Placì.
Nel frattempo, la consistenza della popolazione di Collepasso e il ritmo crescente del suo incremento erano tali da porre, tra le aspettative dell'opinione pubblica, il conseguimento dell'autonomia amministrativa da Cutrofiano. Un primo incoraggiante segnale di attenzione da parte dell'autorità governativa nei confronti di tale esigenza fu il decreto del Ministro Guardasigilli del 23 febbraio 1866 con il quale venne istituito in Collepasso l'Ufficio dello Stato Civile, separato da Cutrofiano. A distanza di qualche mese, in una nota del Prefetto di Lecce del 13 maggio 1866 al Sindaco di Cutrofiano, per la prima volta risulta esplicitamente preso in considerazione dalle autorità il problema della separazione di Collepasso.
Nel 1870, un altro cittadino collepassese fu chiamato a ricoprire la carica di sindaco di Cutrofiano. Si tratta di Carlo Moro, esponente di una delle famiglie più rappresentative di Collepasso, che all'epoca della sua nomina aveva 37 anni, resse il Comune di Cutrofiano ininterrottamente dal 1870 al gennaio del 1888, data della sua prematura morte. Negli anni in cui fu sindaco il collepassese Carlo Moro, Cutrofiano visseuno dei periodi più vivaci e fecondi della sua storia amministrativa. Ma anche nella frazione Collepasso, in quel periodo, oltre alla realizzazione di importanti opere pubbliche come il cimitero, la vecchia torre dell'orologio, la pubblica illuminazione, la nuova cisterna, vennero introdotte alcuni essenziali servizi di pubblica utilità, finalizzati alla crescita sociale e civile della Comunità, come l'istituzione la scuola elementare e l'apertura del macello pubblico.
Dopo appena un anno dalla nomina di Carlo Moro a sindaco di Cutrofiano, in data 30 agosto 1871, i collepassesi chiesero ed ottennero che il numero dei consiglieri comunali fosse proporzionalmente ripartito tra la Frazione ed il Capoluogo. Venne, allora, determinata la circoscrizione amministrativa autonoma di Collepasso, previa approvazione della pianta topografica.
Morto Carlo Moro, che si distinse per le notevoli capacità amministrative e per le doti di grande equilibrio e d'integrità morale con cui curò la gestione degli affari pubblici, riuscendo abilmente a mediare in un clima spesso avvelenato da forti campanilismi, nel periodo in cui Collepasso fece parte del Comune in qualità di frazione, furono sindaci di Cutrofiano Francesco Marati, Agostino Mellone, ancora Francesco Marati; dal 1903 al 1906 alla guida dellAmministrazione comunaletornò invece un altro collepassese: Luigi Costa. Proprio mentre la er sindaco di Cutrofiano Luigi Costa, Collepasso riuscì a compiere un altro passo in avanti verso l'autonomia. In data 5 aprile 1906, infatti, la commissione elettorale comunale approvò per Collepasso la sezione elettorale politica autonoma, in considerazione del fatto che il numero dei cittadini aventi diritto al voto era salito a 144, che la popolazione, nel censimento del 1901, ammontava a ben 2639 abitanti e che la distanza di oltre sette chilometri dal Capoluogo rendeva difficile l'esercizio del diritto di voto agli elettori della Frazione. In questo stesso periodo si colloca un evento particolarmente significativo per la storia di Collepasso, che trovò eco anche sulla stampa dell'epoca. Nel 1906 il sindaco Costa, "col concorso di buoni e capaci volenterosi del tempo, inuna appassionata seduta del Consiglio, indimenticabile per la cronologia locale, fece votare dalla maggioranza degli amministratori distacco di Collepasso, che da anni anelava all'invocata autonomia.
Era l'ultimo passo che in sede comunale poteva essere compiuto per la separazione di Collepasso da Cutrofiano. Il compimento dell'opera, da decenni intrapresa, spettava però alle autorità governative che, da parte loro, incontravano notevoli difficoltà a definire la questione, essendo Collepasso privo di alcuni riquisiti come quello del limite minimo di quattro-mila abitanti previsto dalla legge.
Tratto dal libro "Storia di Collepasso dalle origini all'autonomia" di O. Antonaci, S. Marra, Amaltea Edizioni, 1999