La Chiesa Matrice
L'improvviso crollo della prima chiesa parrocchiale lasciò Collepasso priva dell'unico luogo di culto capace di accogliere i numerosi fedeli. Si dovette, pertanto, ritornare ad utilizzare "la povera ed angusta Cappella dello Spirito Santo", rimessa da Aurora Leuzzi a disposizione dell'autorità ecclesiatica e della popolazione, le cui limitate dimensioni riproponevano, aggravati, gli antichi problemi logistici che l'edificazione della Chiesa parrocchiale sembrava aver definitivamente risolto.
Proprio in considerazione di tali disagi, anche il signor Fortunato Pesce, facoltoso proprietario originale di Galatina che, con la famiglia, si era stabilito pochi anni
prima a Collepasso, dove possedeva cospicue proprietà, tra cui la Masseria Tafuro, mise a disposizione della collettività la piccola cappella di sua proprietà, ubicata nei pressi del suo palazzo e dedicata all' Addolorata. [...]
Intanto, in paese, accogliendo le sollecitazioni dell'Arcivescovo alla riedificazione della Chiesa, vennero costituite delle commissioni per la raccolta di fondi; fu anche chiesto intervento dello Stato, ma la situazione politica del Regno di Napoli, prima, e del nuovo Regno d'Italia, poi, era tale da non lasciare speranze circa l'immediata soluzione del problema con l'intervento finanziario del Governo. [...]
Fu proprio in tale situazione di stasi che la devotissima Consiglia Pesce, cogliendo l'estremo disagio e bisogno della popolazione, decise di porre mano, a proprie spese, alla costruzione di una nuova Chiesa. Non avendo potuto edificarla sul sito della Chiesa crollata o, in alternativa, sul terreno della propria famiglia, acquisto dalla baronessa Maria Aurora Leuzzi Contarini un solo appartenente alla Masseria Santa Lucia, e affidò l'incarico del progetto all'architetto Filippo Bacile, barone di Castiglione Salentino. I lavori ebbero inizio il 20 giugno 1865, con la benedizione della prima pietra da parte dell'Arcivescovo mons. Vincenzo Andrea Grande, e non erano stati ancora completati quando, il 9 maggio 1871, considerati i grandi disagi della popolazione, si decise di trasferire la sede della Parrocchia nella nuova costruzione.
La chiesa , in carparo e pietra leccese, con una grande cupola ribassata, è priva di colonne ed è a croce latina; ha l'altare centrale e i quattro laterali in pietra leccese, ed è recentemente sottoposta ad interventi di risanamento estauro. Originariamente era dedicata alla Madonna del Buon Consiglio, mentre ora reca il titolo "Natività di Maria Vergine".
Tratto dal libro "Storia di Collepasso dalle origini all'autonomia" di O. Antonaci, S. Marra, Amaltea Edizioni, 1999