Il palazzo baronale
Il palazzo baronale, o castello, costituisce per Collepasso il richiamo più autorevole al proprio passato e con la sua vetusta imponenza alimenta, nell'immaginario collettivo, suggestive rievocazioni, dove storia e leggenda spesso si mescolano e si fondono. In realtà, poco ci è dato sapere sulle origini e sulle vicende che hanno caratterizzato la storia dell' austero edificio che si staglia sull'ampia spiazzo delimitato da via Puccini e da via Ugo Bassi.
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Con decreto del Ministro per i beni culturali ed ambientali, del 6 ottobre 1987, il castello o Palazzo Baronale di Collepasso è stato dichiarato l'immobile di "interesse particolarmente importante" ai sensi della Legge 1 giugno 1939 n. 1089, sulla tutela delle cose di interesse artistico e storico e, come tale, è stato sottoposto alle disposizioni previste dalla medesima legge. Nell'allegata relazione storico-artistica, a parte il recepimento di alcuni riferimenti storici sull'origine e la funzione del castello che, come già accennato, costituiscono materia opinabile perchè non avvalorati da effettivi riscontri documentari, vengono evidenziati gli elementi artistici più significativi della struttura che, naturalmente, sono individuati nei resti del paramento murario dell'antica costruzione fortificata con merlature, toro di coronamento e calditoie. Viene, inoltre, esibita una dettagliata descrizione del palazzo baronale, alla quale direttamente si attinge, considerata la chiara esposizione con cui vengono delineati gli ambienti costitutivi l'intera struttura.
Il castello, la cui facciata si estende per 50 metri, si articola in un grande corpo centrale, sviluppato su due piani fuori terra, e in due brevi "ali" laterali, a filo con il resto del prospetto. Vi si accede attraverso due grandi portali: quello a sinistra immette in un grande locale, appartenente alla costruzione più antica, voltato a botte e con pavimento in lastre di pietra di Cursi; quello di destra, invece, introduce in un vestibolo coperto di volte stellate di pregevole esecuzione che termina con un altro portale di forme simili a quelle dei primi due e che consente di accedere al cortile interno.
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Tutto intorno al cortile si articolano, poi, i vari locali seminterrati o terragni, voltati quasi sempre a botte e adibiti in origine a vari usi, a deposito di derrate alimentari, a palmento, a forno, ecc. Dal vestibolo d'ingresso, mediante una scalinata, si sale al piano nobile che si sviluppa solo sul lato occidentale e meridionale del grande quadrilatero. Gli appartamenti sono composti da diverse stanze di ampie dimensioni, coperte per lo più con volte a spigolo, tipiche dell architettura salentina, la cui esecuzione risale, appunto, ai lavori settecenteschi voluti da Oronzo Leuzzi.
Il palazzo baronale, che come giustamente rileva la Soprintendenza "costituisce l'episodio più significativo di architettura civile di tutto l'abitato di Collepasso", merita di essere salvaguardato da ogni forma di impropria generica fruizione, fissando destinazioni consone alla natura e alla dignità di bene storico e culturale che lo contraddistinguono e avviando una capillare opera di sensibilizzazione, finalizzata a potenziare nella coscienza collettiva, in particolare delle giovani generazioni, il rispetto e l'attenzione per un monumento che rappresenta uno dei pochi segni distintivi del nostro passato.
Tratto dal libro "Storia di Collepasso dalle origini all'autonomia" di O. Antonaci, S. Marra, Amaltea Edizioni, 1999